Venceslao, Napoli, Muzio, 1714 (Vincislao)

 SCENA XIII
 
 CASIMIRO con guardie e detto
 
 CASIMIRO
 Prostrato al regio piede,
1895incerto fra la vita e fra la morte,
 eccomi.
 VINCISLAO
                  Sorgi. (Anima mia, sta’ forte).
 CASIMIRO
 Ne le tue mani è ’l mio destin.
 VINCISLAO
                                                         Mio figlio,
 reo ti conosci?
 CASIMIRO
                             E senza
 la tua pietà sono di vita indegno.
 VINCISLAO
1900Cieco rotasti il ferro
 fra l’ombre.
 CASIMIRO
                         Il ferro strinsi e fui spietato.
 VINCISLAO
 Alessandro uccidesti.
 CASIMIRO
 Il mio germano uccisi.
 VINCISLAO
 Morto Ernando volesti, il duce invitto.
 CASIMIRO
1905E del colpo l’error fu più delitto.
 VINCISLAO
 Scuse non hai.
 CASIMIRO
                              L’ho ma le taccio, o sire.
 Se discolpe cercassi, io sarei ingiusto.
 Sarò più reo, perché tu sia più giusto.
 VINCISLAO
 (Vien meno il cor). Dammi le braccia, o figlio.
 CASIMIRO
1910Re, padre...
 VINCISLAO
                        E prendi in questo
 l’ultimo abbracciamento.
 CASIMIRO
 L’ultimo?
 VINCISLAO
                     Ahi pena!
 CASIMIRO
                                          Ahi sorte!
 VINCISLAO
 Or vanne, o figlio.
 CASIMIRO
                                    Ove, signor?
 VINCISLAO
                                                             A morte.
 CASIMIRO
 A morte?
 VINCISLAO
                     Sì, ma vanne
1915non reo ma generoso. Un cor vi porta
 degno di re che non imiti il mio.
 A me sol lascia i pianti, a me i dolori
 e insegnami costanza alor che mori.
 CASIMIRO
 
    Basta ch’io sia tuo figlio
1920per gir costante a morte,
 che intrepido il mio ciglio
 la morte incontrerà.
 
    (Solo s’io mi rammento
 la mia fedel consorte,
1925pensando al suo tormento
 l’ardir mancando va).