Venceslao, Napoli, Muzio, 1714 (Vincislao)

 SCENA XIV
 
 VINCISLAO, CASIMIRO, ERNANDO e poi GILDO
 
 VINCISLAO
1245Reo convinto, la spada
 deponi, o Casimiro.
 CASIMIRO
 La spada?
 VINCISLAO
                      Sì, la spada.
 CASIMIRO
 Eccola, o re; già il core
 dispongo a sofferir mali più atroci.
 ERNANDO
1250(Qual raggio a noi volgeste, astri feroci!)
 VINCISLAO
 Gildo.
 GILDO
               Sono a’ tuoi cenni.
 VINCISLAO
 Custodirai ne la vicina torre
 prigione il prence.
 GILDO
                                     Eseguirò fedele.
 VINCISLAO
 Tu colà attendi il tuo destino.
 CASIMIRO
                                                       Offeso
1255or che deggio lasciarti,
 già sento in me la tua fierezza.
 VINCISLAO
                                                          Parti.
 CASIMIRO
 
    Da te parto e parto afflitto,
 o mio giudice, o mio re;
 volea dir mio genitor;
 
1260   ma poi tacqui il dolce nome
 che più aggrava il mio delitto
 e più accresce il tuo dolor. (Parte seguitato da Gildo)