Venceslao, Napoli, Muzio, 1714 (Vincislao)

 SCENA XI
 
 VINCISLAO e poi CASIMIRO con stile insanguinato in mano
 
 VINCISLAO
 E pur cresce nel seno (Siede vicino a un tavolino)
 e l’affanno e ’l timor; qual notte è questa
1110in cui sognansi orrori ad occhi aperti?
 Cor di re, cor di padre,
 quale acciar ti trafigge? E qual gran male
 tutto gelar fa ne le vene il sangue?
 Il supplizio de’ rei
1115prova quest’alma; e in che v’offesi, oh dei? (Appoggiandosi al tavolino si cuopre gl’occhi con la mano. Entra Casimiro con stile insanguinato)
 CASIMIRO
 
    Dolci brame di vendetta
 già la vittima cadé. (Casimiro volendo porre lo stile sul tavolino, vede il padre nello stesso momento in cui il padre alzando gl’occhi vede il figlio)
 
 VINCISLAO
 Sparite, oh de la mente
 torbide larve... Figlio...
 CASIMIRO
                                            Padre... (Oh stelle!)
 VINCISLAO
1120Che acciaro è quel? Che sangue
 ne stilla ancor? Qual colpo
 mediti e qual facesti?
 Che orror, che turbamento
 ti sparge il volto?
 CASIMIRO
                                  (Ah! Che dirò?)
 VINCISLAO
                                                                 Rispondi.
 CASIMIRO
1125Signor...
 VINCISLAO
                   Parla.
 CASIMIRO
                                Poc’anzi...
 andai... Venni... L’amore...
 Lo sdegno... (Una ne l’altra
 mancan le voci; attonito rispondo).
 Nulla, o padre, dir posso e mi confondo.
 VINCISLAO
1130Gran timido è un gran reo.
 Errasti, o figlio, e gravemente errasti.
 Ragion mi rendi or di quel sangue.
 CASIMIRO
                                                                  Questo...
 prepara pur contro il mio sen, prepara
 le più atroci vendette,
1135questo (il dirò) del mio rivale è sangue;
 sangue è d’Ernando.
 VENCESLAO
                                        Oh dei!
 Ernando è morto?
 CASIMIRO
                                    Ed io,
 io ne fui l’omicida.
 VINCISLAO
 Perfido! Ernando è morto?
 CASIMIRO
                                                    E ragion n’ebbi.
 VINCISLAO
1140Di svenarmi in quel core
 ragione avesti? Barbaro, spietato,
 tu pur morrai. Vendicherò...