Venceslao, Napoli, Muzio, 1714 (Vincislao)

 SCENA X
 
 CASIMIRO, ERENICE ed ERNANDO
 
 ERENICE
 Qual favellar?
 CASIMIRO
                             Felici amanti, il mio
 importuno venir tosto non privi
 del piacer d’una vista i vostri lumi.
 ERENICE
 Se sai d’esser molesto, a che ne vieni?
 CASIMIRO
300Perché rispetti Ernando
 sugl’occhi d’Erenice un mio comando.
 ERNANDO
 E qual fia mai?
 CASIMIRO
                               Da lei ch’adori or prendi
 l’ultimo addio.
 ERNANDO
                              Perché?
 CASIMIRO
 Perché Ernando è vassallo ed io son re.
 ERNANDO
305L’amar beltà, che tu pur ami, o prence,
 non è offesa al tuo grado,
 è omaggio che si rende al bel che piace;
 ne l’amor mio son giusto e non audace.
 CASIMIRO
 E giusto anch’io sarò in punirti. A troppo
310tua baldanza s’inoltra. (In atto di por mano alla spada)
 ERENICE
                                            E a troppo ancora
 ti trasporta lo sdegno.
 Partiti, o duce.
 ERNANDO
                              Addio, signor. Per poco
 tempra o sospendi almen l’odio mortale;
 entro al venturo giorno
315non sarò, qual mi credi, il tuo rivale.