Venceslao, Foligno, Campana, 1713 (Il fratricida innocente)

 SCENA II
 
 CASIMIRO, ERENICE
 
 CASIMIRO
 Felice incontro. Arresta,
 bella Erenice, il piede.
 Quel che ti vedi inante
 non è più Casimiro,
480quell’importuno e quel lascivo amante.
 Egli è il prence e l’erede
 del polonico scettro,
 tuo amator ma pudico e che destina
 te al suo regno e al suo amor moglie e regina.
 ERENICE
485Come? Tu, Casimiro, erede e prence
 del polonico scettro,
 chiedi in moglie Erenice, il vile oggetto
 de l’impuro tuo affetto?
 CASIMIRO
 Sì, principessa, a quella fiamma, ond’arsi,
490purgai quanto d’impuro avea ne l’alma.
 ERENICE
 Vane lusinghe. Io veggio
 ancora in te quell’amator lascivo,
 de l’onor mio nemico,
 non per virtù ma per furor pudico.
 CASIMIRO
495S’errai, fu giovanezza e non disprezzo.
 ERENICE
 E s’io t’odio, è ragione e non vendetta.
 CASIMIRO
 Cancella un pentimento ogni gran colpa.
 ERENICE
 Macchia d’onor mai non si terge; e spesso
 insidia è ’l pentimento.
 CASIMIRO
500Sarai mia sposa.
 ERENICE
                                 Io, Casimiro?
 CASIMIRO
                                                            E meco
 tu regnerai felice.
 ERENICE
 Non troverai Lucinda in Erenice.
 
    Lasciami pur d’amar,
 che ad altri vo’ serbar
505l’alma e la fede.
 
    Non è per te il mio cor,
 sei troppo ingannator,
 no, non ti crede.