Venceslao, Foligno, Campana, 1713 (Il fratricida innocente)

 SCENA PRIMA
 
 ERENICE, ERNANDO
 
 ERENICE
435Ernando, a cercar vengo
 nel piacer de’ tuoi lumi
 una parte del mio.
 ERNANDO
 Deh nol cercar, bella Erenice. Addio.
 ERENICE
 Che? Un ingiusto divieto
440tanto rispetti e tanto
 temi ne la mia vista
 d’irritar Casimiro?
 ERNANDO
 Altro temo, Erenice, altro sospiro.
 ERENICE
 Che mai?
 ERNANDO
                     Già nel mio core
445son reo. Lascia che almeno
 nel tuo viva innocente.
 ERENICE
 Ancor ten priego. Aprimi il cor, favella.
 ERNANDO
 Sia l’ubbidirti, o bella,
 gran parte di discolpa al mio delitto.
450Parli il labbro e ’l confessi,
 se pure a te sinora
 non disser gl’occhi miei che il cor ti adora.
 ERENICE
 Tu scherzi o sì amoroso
 a favor di Alessandro ancor mi parli.
 ERNANDO
455Chi può mirar quegl’occhi e non amarli?
 Ti amai dal primo istante in cui ti vidi,
 tel dissi ne l’estremo in cui ti perdo,
 quando al tuo cor nulla più manca e quando
 tutto, tutto dispera il cor di Ernando.
 ERENICE
460Dov’è virtù, dove amistade in terra,
 se la tradisce Ernando?
 Ma no, non è capace
 di tal viltà; dar fede
 deggio, più che al suo labbro, al suo gran core.
465Fuorché di gloria, egli non sente amore.
 ERNANDO
 Non sento amor? T’amo, Erenice, t’amo
 ma da amico e da forte,
 che non spira altri amori il tuo sembiante.
 ERENICE
 Vanne, ti credo amico e non amante.
 ERNANDO
 
470   Perché so che non v’offesi,
 belle luci sdegnosette,
 con piacer vi dico addio.
 
    Da cui parto sì contento
 che in lasciarvi più non sento
475il piacer dell’amor mio.