Venceslao, Foligno, Campana, 1713 (Il fratricida innocente)

 ARGOMENTO
 
    Venceslao, re di Polonia, ebbe due figliuoli, Casimiro ed Alessandro, il primo di genio altero, feroce e lascivo, il secondo di temperamento dolce e moderato. Tutti e due s’invaghirono di Erenice, principessa del sangue, discendente dagli antichi re di Polonia, ma con intenzione molto diversa. Casimiro l’amò con illecita passione, Alessandro con pensiero di farla sua sposa. Quegli non ebbe riguardo di render pubblico a tutta la corte il suo amore; e questi, conosciuto il genio violento di suo fratello, ad ogni altro nascose il suo, fuorché all’amata Erenice e all’amico Ernando, generale e favorito del re; anzi, perché temeva della ferocia di Casimiro, pregò l’amico a fingersi appassionato per Erenice, affinché col di lui mezzo potesse più sicuramente parlare della sua passione alla principessa. Tanto fece per impegno di amicizia Ernando, quantunque poscia li costasse caro l’impegno per l’amore che in lui si accese verso la stessa Erenice. Riuscì la cosa di tal maniera che Casimiro credé che li fosse rivale nell’amore il generale, non il fratello; e da questa sua ingannevol credenza nasce l’intreccio principale del drama. La morte di Alessandro seguita per man del fratello, l’accusa d’Erenice, la condanna e la coronazione di Casimiro nella forma che si rappresentano sono azioni tratte dalla stessa fonte, da cui si trasse il soggetto. Gli amori di Casimiro con Lucinda, granduchessa di Lituania (grado che per degni riguardi si è convenuto mutare in quel di reina) sono di mera invenzione.
    Le parole poi di fato, nume, adorare e simili sono le consuete espressioni de’ componimenti poetici, non sentimenti di cuore e di penna che si protesta cattolica.