Venceslao, Foligno, Campana, 1713 (Il fratricida innocente)

 Eminentissimo e reverendissimo principe,
    ancorché il collocare il chiarissimo nome dell’eccellenza vostra nel frontespizio d’un semplice dramma paia, anzi che una rimostranza di ossequio, un atto d’ingiuria alla magnificenza del suo merito, ad ogni modo l’opera è regia ed a regia persona deve appoggiarsi, non consentendo al nome d’un re Venceslao che quello di un principe rinomatissimo per nascita e per dottrina. Le opere grandi per sé medesime si acquistano il pregio, non abbisognando loro alcun’alta protezione. Quelle di minor peso si raccommandano ai primi personaggi, perché abbiano essi a qualificarle, tenendo loro lontano ogni sguardo maligno. A queste prime riflessioni vanno poi unite le seconde di rimostrare al pubblico la pienissima stima che facciamo della persona dell’eccellenza vostra e la fiducia che abbiamo nel patrocinio di lei, cui preghiamo umilmente, non per questo che sia così ineguale e tenue il dono, riconoscere in esso l’ossequioso sentimento degl’animi nostri, co’ quali intesi sempre ad offerire al cielo i voti per gl’avanzamenti e conservazione dell’eccellenza vostra, inchinati profondamente restiamo dell’eccellenza vostra umilissimi ed obligatissimi servitori divotissimi.
 
    Gl’impressarii
 
    Foligno, 22 maggio 1713