Venceslao, Verona, Merli, 1708

 SCENA V
 
 FLORO e LUCINDA
 
 FLORO
 Reina, non temer; il ciel talora
 mostra torbido il volto e poi s’indora.
 
695   Vorresti piangere,
 no no, non lagrimar,
 aspetta un poco.
 
    Chi sa che il nume arcier
 con l’aure del piacer
700non tempri il foco.
 
 LUCINDA
 Lusinghiamoci ancora
 né disperiam, teneri affetti. L’alma
 del tuo piacer riempi,
 speranza adulatrice,
705e vieni il dolor mio
 di letargo a coprir, se non di obblio.
 
    Più fedele e più amoroso
 il mio sposo abbraccerò.
 
    Ei dirà: «Mia cara vita,
710ti ho tradita e ti amerò».