Venceslao, Verona, Merli, 1708
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Copia
SCENA IX
GISMONDO
GISMONDO
Io mi credea che di Erenice al nodo
sciolto cadesse e infranto
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quello di Casimiro; e nel suo core
credei servir, Lucinda, al tuo dolore.
Ma in lui la grave offesa
risveglia l’ire e non ammorza il foco.
Disprezzo il fa costante;
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più feroce ei divien, non meno amante.
Dovea di amor geloso
le furie io più temer.
Nel sangue egli ha riposo,
ne’ mali egli ha piacer.