Venceslao, Verona, Merli, 1708

 SCENA VII
 
 ERENICE, poi CASIMIRO
 
 CASIMIRO
 Felice incontro. Arresta,
 bella Erenice, il piede.
 Quel che ti vedi inante
 non è più Casimiro,
510quell’importuno e quel lascivo amante.
 Egli è ’l prence e l’erede
 del polonico scettro,
 tuo amator ma pudico e che destina
 te al suo regno e al suo amor moglie e reina.
 ERENICE
515Come? Tu Casimiro, erede e prence
 del polonico scettro,
 chiedi in moglie Erenice, il vile oggetto
 de l’impuro tuo affetto?
 CASIMIRO
 Sì, principessa, a quella fiamma, ond’arsi,
520purgai quanto d’impuro avea ne l’alma.
 ERENICE
 Vane lusinghe. Io veggio
 ancora in te quell’amator lascivo,
 de l’onor mio nemico,
 non per virtù ma per furor pudico.
 CASIMIRO
525S’errai, fu giovanezza e non disprezzo.
 ERENICE
 E s’io t’odio, è ragione e non vendetta.
 CASIMIRO
 Cancella un pentimento ogni gran colpa.
 ERENICE
 Macchia di onor non mai si terge e spesso
 insidia è ’l pentimento.
 CASIMIRO
530Sarai mia sposa.
 ERENICE
                                 Io, Casimiro?
 CASIMIRO
                                                            E meco
 tu regnarai felice.
 ERENICE
 Non troverai Lucinda in Erenice.
 
    Non credo a quel core
 che sempre ingannò.
 
535   Ad altro sembiante
 rivogli il tuo amore.
 Di un facile amante
 fidarmi non so.