Venceslao, Verona, Merli, 1708

 Eccellenza,
    siamo in impegno di ringraziare la saggia providenza della republica che, non lasciando senza il suo nume tutelare questa nostra patria, ha mandata in questi giorni anche a noi una nuova grazia di poter provedere d’un gran protettore la nostra servitù. Le rare prerogative dell’eccellenza vostra, che si sono fatte sentire anche lunge da questo cielo, ormai hanno insegnata alla felicità l’arte cara di rittrarsi sul volto di tutti i cittadini e stabilirsi nel cuore di tutti i popoli. Questa fortuna è toccata anche a noi per esservi sudditi; ma, stimolati da un interesse ossequioso, cerchiamo d’essere più degli altri fortunati, tracciando di guadagnar con usura il vantaggio d’essere e felici e protetti. La speranza, che per lo più è lo stipendio de’ desiderii e la dolce lusinga de’ pensieri, opera in noi con tanto di forza che diventa certezza. Per questo ci facciam animo di presentare all’eccellenza vostra il drama presente che, portando in fronte il nome d’un re saviamente geloso dell’onore della giustizia, siam certi che sarà aggradito da quell’anima grande che avete in petto, cui tutte le savie virtù non sono virtù ma costumi. S’ella è così, non bramiam di vantaggio, l’intento è compiuto; eccoci felici nella felicità universale di tutti; ed eccoci fortunati nella protezzione particolare per noi che ci resta protestare le nostre umigliazioni e bacciar con rispetto quel manto, che s’accontenta d’accogliere sotto l’ombra autorevole la nostra offerta, ed inchinandoci col più profondo dell’ossequio far sapere anche con ambizione che abbiamo avuta la gloria di poterci soscrivere di vostra eccellenza umilissimi, devotissimi e ossequiosissimi servitori.
 
    Gli compartecipi