Il Tirsi, Venezia, Nicolini, 1696

 SCENA V
 
 DAFNE
 
 DAFNE
 Tirsi, ah, mio Tirsi, ascolta.
 Ferma. Dafne son io, quella che un tempo
 fu l’idol tuo, quella che amasti, iniquo;
 ma no che non m’amasti. Il tuo, più tosto
155che amor, fu tradimento,
 dal tuo cuor conceputo
 per sentire il piacer del mio tormento.
 
    Perché piangete tanto,
 pupille, e vi affligete?
 
160   Cessate... Ah, no, se l’empio
 ricerca il vostro pianto,
 piangete pur, piangete. (È interrotta da allegro concerto di stromenti pastorali)
 
 Ma qual suono giulivo?
 M’è tolta ancor la libertà del pianto. (Si ritira e va ad appoggiarsi ad un albero in atto di piangere)