Venceslao, Bologna, Pisarri, 1708 (Il fratricida innocente)

 SCENA XVIII
 
 LUCINDA, VENCESLAO, ERNANDO
 
 LUCINDA
870Nel dì venturo a morte?
 Perdona, o re. Di Casimiro il capo
 con l’amor mio da le tue leggi esento.
 È re di Lituania;
 tal le mie nozze il fanno; e re non dee
875ubbidir l’altrui leggi.
 Rispetta il grado e ’l tuo rigor correggi.
 VENCESLAO
 Regina. Ei re non era
 nel far la colpa; e la sua colpa il trova
 suddito di mie leggi.
880Rispetta il giusto e l’amor tuo correggi.
 LUCINDA
 Questa è, o re, la tua fede?
 Così mi sposi al figlio?
 Misera e in chi poss’io ripor più spene?
 VENCESLAO
 De la real promessa or mi sovviene.
885Regina, il pianto affrena.
 Sposo l’avrai; né mancherassi a fede.
 LUCINDA
 Lieta gode quest’alma e più non chiede.
 
    Più non mi desta al cor
 fiere tempeste amor;
890in calma l’alma
 scherzando va.
 
    Né più di fiera stella
 sento che mi flagella
 la crudeltà.