Venceslao, Bologna, Pisarri, 1708 (Il fratricida innocente)

 ARGOMENTO
 
    Venceslao, re di Polonia, ebbe due figliuoli, Casimiro e Alessandro; il primo di genio altero, feroce e lascivo, il secondo di temperamento dolce e moderato. Tutti e due s’invaghirono di Erenice, principessa del sangue, discendente dagli antichi re di Polonia, ma con intenzione molto diversa. Casimiro l’amò per goderla, Alessandro per isposarla. Quegli non ebbe riguardo di render pubblico a tutta la corte il suo amore; e questi, conosciuto il genio violento di suo fratello, ad ogn’altro nascose il suo, fuorché all’amata Erenice e all’amico Ernando, generale e favorito del re; anzi perché temeva della ferocia di Casimiro, pregò l’amico a fignersi appassionato per Erenice, affinché col di lui mezzo potesse più sicuramente parlare della sua passione alla principessa. Tanto fece per impegno di amicizia Ernando, quantunque poscia gli costasse caro l’impegno per l’amore che in lui si accese verso la stessa Erenice. Riuscì la cosa di tal maniera che Casimiro credette che gli fosse rival nell’amore il generale, non il fratello; e da questa sua ingannevol credenza nasce l’intreccio principale del drama. La morte di Alessandro seguita per man del fratello, l’accusa di Erenice, la condanna e la coronazione di Casimiro nella forma che si rappresentano sono azioni tratte dalla stessa fonte, da cui si trasse il soggetto. Gli amori di Casimiro con Lucinda, granduchessa di Lituania (grado che per degni riguardi si è convenuto mutare in quel di reina) sono di mera invenzione.
    Le parole poi di fato, nume, adorare e simili sono scherzi da poeta, non sentimenti da cattolico.