Venceslao, Milano, Malatesta, 1705

 SCENA XVII
 
 GISMONDO
 
 GISMONDO
 Di così strani eventi
 attonito mi ha reso il moto e ’l corso.
1410Numi, un guardo migliore
 volgete al nostro regno;
 e non faccia a noi fede
 de la vostra possanza il vostro sdegno.
 
    Taccian l’ire di nembi funesti,
1415pene a l’alma, spaventi al pensier.
 
    Del periglio l’orrore sol resti
 ma l’orrore si cangi in piacer.