Venceslao, Milano, Malatesta, 1705
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Copia
SCENA VII
Steccato.
LUCINDA con seguito
LUCINDA
Sommi dei, menti eterne,
da’ voti miei tanto stancati e tanto
da l’infedel mio sposo
spergiurati e scherniti,
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se mai su l’are vostre
vittime elette i’ fei cader, se a voi
giunser mai con gl’incensi
gl’innocenti miei prieghi, a me volgete
raggi propizi; e in questa
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fatal temuta arena
finite la mia vita o la mia pena.