Venceslao, Firenze, Vangelisti, 1704 (Vincislao)

 SCENA XI
 
 CASIMIRO con guardie e detto
 
 CASIMIRO
 Prostrato al regio piede,
1215incerto fra la vita e fra la morte,
 eccomi.
 VINCISLAO
                  Sorgi. (Anima mia, sta’ forte).
 CASIMIRO
 Nelle tue mani è ’l mio destin.
 VINCISLAO
                                                         Mio figlio,
 reo ti conosci?
 CASIMIRO
                             E senza
 la tua pietà sono di vita indegno.
 VINCISLAO
1220Cieco rotasti il ferro
 fra l’ombre.
 CASIMIRO
                         Il ferro strinsi e fui spietato.
 VINCISLAO
 Alessandro uccidesti.
 CASIMIRO
 Il mio germano uccisi.
 VINCISLAO
 Morto Ernando volesti, il duce invitto.
 CASIMIRO
1225E del colpo l’error fu più delitto.
 VINCISLAO
 Scuse non hai.
 CASIMIRO
                              L’ho ma le taccio, o sire;
 se discolpe cercassi, io sarei ingiusto;
 sarò più reo, perché tu sia più giusto.
 VINCISLAO
 (Vien meno il cor). Dammi le braccia, o figlio.
 CASIMIRO
1230Re, padre...
 VINCISLAO
                        E prendi in questo
 l’ultimo abbracciamento.
 CASIMIRO
 L’ultimo?
 VINCISLAO
                     Ahi pena!
 CASIMIRO
                                          Ahi sorte!
 VINCISLAO
 Or vanne, o figlio.
 CASIMIRO
                                    Ove, signor?
 VINCISLAO
                                                             A morte.
 CASIMIRO
 A morte?
 VINCISLAO
                     Sì, ma vanne
1235non reo ma generoso. Un cor vi porta
 degno di re che non imiti il mio.
 A me sol lascia i pianti, a me i dolori
 e insegnami costanza allor che mori.
 CASIMIRO
 
    Vado costante a morte,
1240conservami tu solo
 la sposa mia fedel.
 
    Pensando al suo gran duolo,
 sento il mio cor men forte,
 più il mio destin crudel.