Venceslao, Firenze, Vangelisti, 1704 (Vincislao)

 ARGOMENTO
 
    Vincislao, re di Polonia, ebbe due figliuoli, Casimiro e Alessandro, il primo di genio altiero, feroce e lascivo, il secondo di temperamento dolce e moderato. Tutti e due s’invaghirono di Erenice, principessa del sangue, discendente dagli antichi re di Polonia, ma con intenzione molto diversa. Casimiro l’amò con illecita passione, Alessandro con pensiero di farla sua sposa. Quegli non ebbe riguardo di render pubblico a tutta la corte il suo amore e questi, conosciuto il genio violento di suo fratello, ad ogni altro nascose il suo, fuorché all’amata Erenice e all’amico Ernando, generale e favorito del re; anzi perché temeva della ferocia di Casimiro, pregò l’amico a fingersi appassionato per Erenice, affinché col di lui mezzo potesse più sicuramente parlare della sua passione alla principessa. Tanto fece per impegno di amicizia Ernando, quantunque poscia li costasse caro l’impegno per l’amore che in lui si accese verso alla stessa Erenice. Riuscì la cosa di tal maniera che Casimiro credé che li fosse rivale nell’amore il generale, non il fratello, e da questa sua ingannevol credenza nasce l’intreccio principale del drama. La morte d’Alessandro, l’accusa d’Erenice, la condanna e la coronazione di Casimiro nella forma che si rappresentano sono azioni tratte dalla stessa fonte, da cui fu tratto il suggetto; gli amori di Casimiro con Lucinda sono d’invenzione del poeta italiano.