Venceslao, Venezia, Albrizzi, 1703

 SCENA VIII
 
 CASIMIRO, LUCINDA, popoli, soldati, eccetera, escono al suono di militari strumenti
 
 LUCINDA
 
    Viva e regni Casimiro.
 
 POPOLI
 
 Viva, viva.
 
 CASIMIRO
 Duci, soldati, popoli, Lucinda, (Con spada alla mano)
1520qual zelo v’arma? Qual furor vi muove?
 Dunque in onta del padre
 vivrò più reo? Dovrò la vita al vostro
 tumultuoso amore?
 Dopo un german con minor colpa ucciso,
1525ucciderò con più mia colpa un padre?
 Non è questa la vita
 ch’io chieder posso. Ah prima
 rendetemi i miei ceppi,
 traetemi al supplizio; e quando ancora
1530v’è chi si opponga, questo,
 sì, questo acciar trafiggerammi; in pena
 del mio, del vostro eccesso
 io ’l carnefice sol sarò a me stesso.
 E tu datti alfin pace,
1535mio solo amor, mio sol dolore, in questa
 sorte mia dispietata,
 raro esempio di fé, sposa adorata.
 LUCINDA
 
    Non mi dir di amarmi più,
 anima senza fé, senza pietà.
 
1540   Tu amor per me non hai;
 né tu l’avesti mai.
 Perché con me? Perché tanta impietà?