Gl’inganni felici, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XIII
 
 SIFALCE ferito
 
 SIFALCE
 Con l’acciaro nimico
 punì ’l ciel le mie colpe. Il sangue mio
 mi rinfaccia delitti e vergognosa
 così l’alma sen fugge e mi abbandona.
1240Oronta al cor risuona
 miserabile spettro, ombra infelice,
 da me amata e tradita.
 Oh memoria crudele!
 Tu mi dai morte e non il ferro e sento
1245in te, non nella piaga, il mio tormento.
 Ma già manca lo spirto,
 vacilla il piè, l’occhio si oscura e tutto
 il giorno mi tramonta. (Cade)
 Col mio morir sei vendicata, Oronta.