Venceslao, Venezia, Albrizzi, 1703

 SCENA II
 
 VENCESLAO con guardie
 
 VENCESLAO
 A me guidisi il figlio.
 Giorno, o quanto diverso
1385da quel che ti sperai! Giorno fatale!
 Oggi nacqui a la luce;
 oggi moro ne’ figli. Itene e i lieti
 apparati di amor cangiate, amici,
 in funeste gramaglie e in bara il trono.
1390Più Venceslao, più genitor non sono.
 
    Taci, amor; cedi, natura;
 cor di re non tormentar.
 
    Oggi vuol la mia sciagura
 che a punir mi affretti un figlio
1395ed un altro a vendicar.