Venceslao, Venezia, Albrizzi, 1703

 SCENA II
 
 ERNANDO, ERENICE
 
 ERNANDO
 Principessa, a te viene
 un amico, un amante
 ad unir le sue pene al tuo dolore.
 ERENICE
1100Di vendetta si parli e non di amore.
 ERNANDO
 Vendetta, sì, vendetta
 anch’io voglio, anch’io giuro. (Si accosta all’urna e snuda la spada)
 O tu che sanguinosa
 qui d’intorno ti aggiri, ombra insepolta,
1105tu ricevi i miei voti e tu gli ascolta.
 
    Lo sdegno e ’l brando
 l’amico Ernando
 consacra a te.
 
    Alma diletta,
1110farò vendetta
 che a te dia pace
 e gloria a me.
 
 ERENICE
 Quanto mi piace l’odio tuo!
 ERNANDO
                                                    Lo irrita
 amor nel tuo dolore.
 ERENICE
1115E pur ritorni a ragionar di amore.
 ERNANDO
 Amor che non offende
 né la tua fé né l’amistà di Ernando
 non può irritarti. I mali tuoi nol fanno
 più ardito e baldanzoso. Egli è ben forte
1120ma disperato.
 ERENICE
                             E s’egli è tal, l’accetto.
 Disperato è anche il mio.
 ERNANDO
                                                Tale il prometto.
 ERENICE
 Ti ricevo or compagno
 nel mio furore.
 ERNANDO
                               Andiamo. Io più di un seno
 ti additerò dove infierire.
 ERENICE
                                                 Andiamo.
1125Ma tua sola mercede
 fia ch’Erenice a l’amor tuo dà fede.
 ERNANDO
 
    Sarà gloria a la costanza
 il dover senza mercede,
 idol mio, per te languir.
 
1130   Toglie il merito a la fede
 la speranza del gioir.