Venceslao, Venezia, Albrizzi, 1703

 SCENA XIV
 
 ERNANDO
 
 ERNANDO
 Di così strani casi
 il fin qual fia? Sarà pietoso o giusto
1065il real genitore?
 Temo ancor la pietà di quel gran core.
 Ma tu che pensi, Ernando? Vendicarti?
 Vendicare il tuo amico ed Erenice?
 Ma dove? In chi? Ne l’uccisor fratello?
1070La fierezza del colpo
 cadria nel padre e non saria vendetta.
 Ma Erenice il vuol morto; e ’l suo furore
 dei lusingar per ottenerne amore?
 No no, più generoso
1075ti voglio, Ernando. A preservar si attenda
 l’erede a la corona, il figlio al padre.
 A l’ombra di Alessandro
 diam lagrime, non sangue. Andiam gli sdegni
 a placar di Erenice.
1080In sì nobili sensi
 l’alma s’impieghi e a l’amor suo non pensi.
 
    Speranze più liete,
 lontane da me.
 
    In alma costante
1085offender potete
 la gloria di amante,
 di amico la fé.
 
 Fine de l’atto terzo