Venceslao, Venezia, Albrizzi, 1703

 SCENA III
 
 VENCESLAO e CASIMIRO
 
 VENCESLAO
 Casimiro, cotesta
 tua superba fierezza
 vuol privar te di un padre e me di un figlio.
 CASIMIRO
75Del tuo poter, de la mia vita, o sire,
 usa a tuo grado. Il sangue
 rendere a chi mel diede
 non mi fia grave. Il soffrirò con questa
 che tu chiami fierezza ed è virtude.
80Ma che un basso vapore
 che di luce non sua par che sfavilli,
 che un mio servo, un Ernando
 mi sia rival, ch’ e’ mi contenda e usurpi
 il possesso di un bene?
85Nol soffrirò. Sento che m’empie un core
 forte a ceder la vita e non l’amore.
 VENCESLAO
 Vedrem ciò che far possa
 mio malgrado il tuo amor. Ma sappi intanto
 che un reo vassallo arma di un re lo sdegno
90e che prima che a te fui padre al regno.
 
    Se vuoi dar leggi al mondo,
 serba le leggi in te.
 
    Non sono gli ostri o ’l trono
 ma ’l retto esempio e ’l giusto
95ciò che temuto e augusto
 rende a’ vassalli un re.