Temistocle, Vienna, Cosmerovio, 1701

 SCENA X
 
 ERACLEA e CLEARCO
 
 CLEARCO
 Ecco, bella Eraclea, che a te ritorna (Eraclea non lo mira)
 Clearco, a farti fede
 del duol passato e del piacer presente.
 Basta che tu ’l confermi,
260seren volgendo il vago ciglio ond’ardo;
 dammi, bella Eraclea, dammi uno sguardo.
 ERACLEA
 Chi sei?
 CLEARCO
                   Qual sono? Orma non tiene il viso
 de l’esser suo primier?
 ERACLEA
                                             Non ti ravviso. (Lo guarda)
 CLEARCO
 Non ravvisi Clearco?
 ERACLEA
265Né mi sovvien qual sia.
 CLEARCO
                                             Quel che in Atene
 ti amò? Quel che tu amasti?
 ERACLEA
 Colà piacqui a un Clearco;
 ei piacque agli occhi miei.
 CLEARCO
 Quel che tuo sposo?...
 ERACLEA
                                          È vero,
270esser dovea.
 CLEARCO
                          Ma quel...
 ERACLEA
                                               Quel tu non sei.
 CLEARCO
 Come?
 ERACLEA
                 Era amico al padre
 il Clearco di Atene;
 il Clearco di Persia è suo nemico.
 Quel ne amava la gloria;
275questi n’odia la vita. Egli a me fido
 volea ciò che io volea. Questi empio e fello...
 CLEARCO
 Lascia ch’io parli e poi...
 ERACLEA
                                               No, non sei quello.
 
    Quello non sei,
 sì caro oggetto
280degli occhi miei.
 Tel dice il labbro
 (ma non il cor).
 
    Quegli fedele
 mi amò nel padre;
285ma tu crudele,
 vuoi darmi morte
 nel genitor.