Temistocle, Vienna, Cosmerovio, 1701

 SCENA V
 
 ARTASERSE, TEMISTOCLE da varie parti, poi CAMBISE, ARSACE di guardia
 
 ARTASERSE
 Temistocle, ecco il giorno, in cui le prove
 avrai de l’amor nostro. A la tua gloria,
 al tuo merto le devi. Anche nemica,
105la tua virtù ci piacque.
 Sino d’allor bramai
 al mio suddito regno
 un braccio così forte e al tuo simile.
 L’ingiusta Grecia alfine
110nostro ti rese. Aperto
 qui trovasti un asilo. Ei sia tuo regno;
 tua patria ei sia. Vieni, o gran duce, e prendi,
 sempre mio vincitore,
 ne le braccia, che t’apro, anche il mio core. (Lo abbraccia)
 CAMBISE
115(Fremo insieme di rabbia e di livore).
 TEMISTOCLE
 Gran re, quando a’ tuoi doni
 porrai confine? O quando
 il rossor mi torrai d’esserti ingrato?
 Esule, errante e greco,
120e per legge e per sangue a te nemico,
 nel tuo soglio ti trovo
 re, difensor, benefattore, amico.
 A tal prezzo amar deggio i mali miei;
 ed in varia fortuna,
125s’io misero non era, ora il sarei.
 ARTASERSE
 Tutto a te deggio.
 TEMISTOCLE
                                   E tutto attendi.
 CAMBISE
                                                                 (Oh dei!)
 TEMISTOCLE
 
    Spargerò tutto il mio sangue
 a un tuo cenno e morirò.
 
    E per te cadendo esangue,
130non poter per la tua gloria
 più morir, mi attristerò.
 
 ARTASERSE
 Arsace.
 ARSACE
                 Sire.
 ARTASERSE
                             Il greco
 venga.
 ARSACE
                Non lungi il regal cenno attende.
 ARTASERSE
 Udrem ciò ch’ei desia.
 CAMBISE
                                            (Spero vicende). (Artaserse va a sedere sul trono. Entra poscia Clearco accompagnato da Arsace, presenta le lettere di credenza, dopo aversi inchinato al re, e poi si ritira alquanto in disparte)