Temistocle, Vienna, Cosmerovio, 1701

 SCENA III
 
 CAMBISE
 
 CAMBISE
 Infelice Cambise!
 Va’, stanca in più vigilie a pro del regno
 gli anni e le cure. Uom greco,
45al cui genio superbo
 la patria terra è mal sicuro asilo,
 a distrugger sen viene
 l’opre de’ tuoi sudori;
 e con avida mano
50dal crin ti svelle i meritati allori.
 Artaserse a’ miei voti
 prima arridea. Palmide, o dio! talvolta
 le mie fiamme aggradia d’un dolce sguardo.
 Temistocle, il tuo arrivo
55quanto mi tolse! Il re m’osserva appena;
 Palmide m’odia; e sembra
 ch’io divenga a me stesso aggravio e pena.
 Ah! De’ miei mali a lungo
 non andrai lieto. Atene
60oggi chiede il tuo sangue; e la tua morte
 chi sa che non avvivi
 la mia fiamma egualmente e la mia sorte.
 
    Col dolce raggio
 de la speranza
65si rasserena
 l’afflitto cor.
 
    E già fa fronte
 la sua baldanza
 a la gran pena
70del mio timor.