Griselda, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA VII
 
 GUALTIERO e i suddetti
 
 GUALTIERO
 Griselda.
 COSTANZA
                    (Il re).
 ROBERTO
                                   (Son morto).
 GUALTIERO
 Perché tu d’ira accesa? E voi, bell’alme,
 perché confuse?
 GRISELDA
                                 E dovrò dirlo?
 GUALTIERO
                                                             Parla.
 GRISELDA
 Non mi astringer, ten prego,
990a ridir ciò che vidi.
 GUALTIERO
                                      Elpin mel narri.
 Tu, se parli o se taci, ognor mi offendi.
 ELPINO
 Signore, in due parole il tutto intendi.
 COSTANZA
 (Non v’è più speme).
 ROBERTO
                                          (O sorte!)
 ELPINO
 Ardon Roberto e la real tua sposa
995di scambievole fiamma; e i loro affetti
 udì, vide Griselda.
 GUALTIERO
 E perciò d’ira accesa?
 ELPINO
 Li minaccia, gli sgrida e a te scoprirne
 giura il mal nato ardore.
 GUALTIERO
1000Ben si vede che nata
 sei fra’ boschi, o vil donna. E che? Ti trassi
 di là, perché tu vegli
 sugli affari reali? Eh! Ti rammenta
 ch’altra è la regia sposa e tu sei serva.
1005Obblia qual fosti e le tue leggi osserva.
 GRISELDA
 Quel zelo...
 GUALTIERO
                       Io non tel chieggo.
 GRISELDA
 Il rispetto...
 GUALTIERO
                         Lo devi
 alla regia consorte.
 GRISELDA
 Il tuo onor...
 GUALTIERO
                          Chi ti elesse
1010del talamo custode?
 Che ti cal se Costanza
 abbia più d’un amante?
 Che divida il suo cor? Ch’ami a sua voglia
 o Roberto o Gualtier?
 ELPINO
                                          N’ami anche cento,
1015non ti prenderne pena; ei n’è contento.
 GUALTIERO
 Udisti.
 GRISELDA
                Udii.
 ROBERTO e COSTANZA
                            Che sento?
 GUALTIERO
 Ti sovvenga il suo grado.
 GRISELDA
                                               È di regina.
 GUALTIERO
 Il tuo ufficio.
 GRISELDA
                           È di ancella.
 GUALTIERO
 E se talor per altri arder la miri...
 GRISELDA
1020Cieche avrò le pupille.
 GUALTIERO
 Se sospirar la senti...
 GRISELDA
 Sordo l’udito.
 GUALTIERO
                            E se a Roberto ancora
 fia che sugli occhi tuoi
 scopra talor dell’amor suo le faci,
1025non trasgredir le leggi e servi e taci.
 GRISELDA
 L’alte tue leggi adempierò qual deggio,
 sofferendo e tacendo.
 (Affetti di Gualtiero, io non v’intendo).
 
    Se amori ascolterò,
1030se vezzi osserverò,
 saprò con alma forte
 o fingere o tacer.
 
    Dirò che ottuso è il senso
 e che bugiardo è il guardo.
1035Né avrò nella mia sorte
 che cor per sostener.