Gl’inganni felici, Venezia, Nicolini, 1696

 SCENA VI
 
 CLISTENE e detti
 
 CLISTENE
130Figlia, su la tua fronte
 bacio d’affetto e d’allegrezza imprimo.
 AGARISTA
 Padre, e qual gioia?
 CLISTENE
                                       Il cielo
 oggi sposa ti fece.
 AGARISTA
                                   Aimè, che ascolto?
 BRENNO
 Fa la gran gioia impallidirle il volto.
 CLISTENE
135Se tra le angustie del reale albergo
 ti custodii finor geloso, ormai
 ti lascio in libertà.
 AGARISTA
                                    Rendi più angusta
 la mia prigion, purch’io
 teco men viva in pace;
140più che lo sposo, il genitor mi piace.
 BRENNO
 Folle semplicità!
 AGARISTA
                                 Troppo m’è grave,
 padre, il lasciarti. Io prima...
 CLISTENE
                                                       Ah non turbarmi
 col tuo vano cordoglio.
 AGARISTA
 Se mio non è Armidoro, altri non voglio.
 BRENNO
145Non ti attristar. Le donne usan così;
 prima dicon di no, poi fan di sì.
 CLISTENE
 Sappi che tuo consorte
 fia Demetrio, di Atene eccelso prence,
 di forte lena e singolar bellezza.
 BRENNO
150Folle è ben se lo sprezza.
 AGARISTA
 Sia qual egli si vuol, l’odio e ’l rifiuto.
 Se te...
 CLISTENE
                Pensa, Agarista,
 che ’l passaggio è più dolce ed amoroso
 dagli amplessi di padre a quei di sposo.
 
155   A l’offerta d’uno sposo
 il tuo cuore alfin cadrà.
 
    Nel bel nome di marito
 tu rifiuti il dolce invito
 d’un piacer che ugual non ha.