Griselda, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA VII
 
 GUALTIERO e i suddetti
 
 GUALTIERO
 Griselda.
 COSTANZA
                    (Il re).
 ROBERTO
                                   (Son morto).
 GUALTIERO
 Perché tu d’ira accesa? E voi, bell’alme,
 perché confuse?
 GRISELDA
                                 E dovrò dirlo?
 GUALTIERO
                                                             Parla.
 GRISELDA
985Non mi astrigner, ten priego,
 a ridir ciò che vidi e ciò che [illeggibile].
 GUALTIERO
                                                                           Elpin mel narri.
 Tu, se parli o se taci, ognor mi offendi.
 ELPINO
 Signore, in due parole il tutto intendi.
 COSTANZA
 (Non v’è più speme).
 ROBERTO
                                          (O sorte).
 ELPINO
 La tua sposa e Roberto
 son l’un de l’altro innamorati morti.
 ELPINO
990Ardon Roberto e la real tua sposa
 di scambievole fiamma; e i loro affetti
 udì, vide Griselda.
 GUALTIERO
 E perciò d’ira accesa?
 ELPINO
 Li minaccia, gli sgrida e a te scoprirne
995giura il mal nato ardore.
 GUALTIERO
 Ben si vede che nata
 se’ fra’ boschi, o vil donna. E che? Ti trassi
 di là, perché tu ad vegli
 sugli affari reali? Eh! Ti rammenta
1000ch’altra è la regia sposa e tu sei serva.
 Obblia qual fosti e le tue leggi osserva.
 GRISELDA
 Quel zelo...
 GUALTIERO
                       Io non tel chieggo.
 GRISELDA
 Il rispetto...
 GUALTIERO
                         Lo devi
 a la regia consorte.
 GRISELDA
1005Il tuo onor...
 GUALTIERO
                          Chi ti elesse
 del talamo custode?
 Che ti cal se Costanza
 abbia più d’un amante?
 Che divida il suo cor? Ch’ami a sua voglia
1010o Roberto o Gualtier?
 ELPINO
                                          N’ami anche cento,
 è non ti prenderne pena; ei n’è contento.
 GUALTIERO
 Udisti?
 GRISELDA
                 Udii.
 ROBERTO e COSTANZA
                             Che sento?
 GUALTIERO
 Ti sovvenga il suo grado.
 GRISELDA
                                               È di regina.
 GUALTIERO
 Il tuo ufficio.
 GRISELDA
                           È di ancella.
 GUALTIERO
1015E se talor per altri arder la miri...
 GRISELDA
 Cieche avrò le pupille.
 GUALTIERO
 Se sospirar la senti...
 GRISELDA
 Sordo l’udito.
 GUALTIERO
                            E se a Roberto ancora
 fia che sugli occhi tuoi
1020scopra talor de l’amor suo le faci,
 non trasgredir le leggi e servi e taci.
 GRISELDA
 L’alte tue leggi adempierò qual deggio,
 sofferendo e tacendo.
 (Affetti di Gualtiero, io non v’intendo).
 
1025   Se amori ascolterò,
 se vezzi osserverò,
 saprò con alma forte
 o fingere o tacer.
 
    Dirò che ottuso è ’l senso
1030e che bugiardo è ’l guardo.
 Né avrò ne la mia sorte
 che cor per sostener.