Griselda, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA VI
 
 GRISELDA, ELPINO e i suddetti
 
 GRISELDA
 E per sempre vi unisca, amanti fidi.
 COSTANZA
 Griselda.
 ROBERTO
                    Ahimè!
 ELPINO
                                     Regina.
 GRISELDA
 Con si tenero affetto (A Costanza)
955vai consorte a lo sposo?
 Con sì onesto rispetto (A Roberto)
 vieni amico a la reggia? È questa, è questa
 de l’imeneo la fede?
 De l’ospizio la legge?
960Nel dì de le t sue nozze,
 nel suo stesso soggiorno,
 un marito non ami? Un re non temi?
 O indegni affetti! O vilipendi estremi!
 COSTANZA
 (Misera!)
 ROBERTO
                     (Qual consiglio?)
 ELPINO
                                                      Ancor tacete?
 Opportuna discolpa
 ad ingegnoso amor non manca mai.
 A la donna e a l’amor non manca ingegno.
 COSTANZA
965Senti.
 GRISELDA
               Che dir potrai?
 COSTANZA
 Roberto, or ch’io son moglie,
 da me l’ultimo addio prendea poc’anzi,
 rispettoso in amore.
 GRISELDA
 Ma fia d’altri la mano e suo quel core.
 ROBERTO
970A la fatal partita
 mi affrettava Costanza; io pur non tardo
 da lei volgeva il piede.
 GRISELDA
 Ma lusinga a l’indugio è la sua fede.
 COSTANZA
 Innocente è l’affetto.
 GRISELDA
975E i sospiri? Le brame? Onesta moglie
 non ha cor, non ha [illeggibile] voti
 che per lo sposo. A l’onor suo fa macchia
 anche l’ombra leggiera,
 anche il pensier fugace.
980Saprallo il re. L’offende
 chi le gravi onte sue simula o tace.