Griselda, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA V
 
 COSTANZA e ROBERTO
 
 COSTANZA
 Tu partire, o Roberto,
925da questa reggia, ove il tuo cor mi lasci
 e donde il mio t’involi?
 Tu de’ miei sguardi ancor torti il diletto?
 Tormi quello de’ tuoi?
 Senza darmi un addio?
930Sei ben empio al tuo core, ingrato al mio.
 ROBERTO
 Una regina e moglie
 che da me può voler? Vederne i pianti?
 Ascoltarne i sospiri? Oh se sapessi  Oh! Se sapessi
 quanto sugli occhi tuoi cresce il mio affanno.
 COSTANZA
935Onor, nume tiranno, a che m’astringi?
 Offensor di natura Amor, nodo soave, ove mi guidi?
 (Men colpevoli siete,
 affetti del mio cor, se siete infidi).
 Va’ pur, Roberto; e poiché rea mi lasci,
940sappi tutto il mio errore;
 d’altri fia questa man, tuo questo core.
 ROBERTO
 Cessa d’amarmi o ’l taci;
 e porterò lontano,
 se non più lieto, almen più ratto il piede.
945Gran lusinga a l’indugio è la tua fede.
 COSTANZA
 Va’ pur; t’affretto anch’io.
 Gran periglio è l’indugio al a l’onor dover mio.
 Parti.
 ROBERTO
              Senza un amplesso?
 COSTANZA
                                                     Amor... (Si prendon per mano)
 ROBERTO
                                                                     Fortuna...
 COSTANZA
 Che dal cor...
 ROBERTO
                           Che da l’alma...
 COSTANZA
950Mi svelli...
 ROBERTO
                      Mi dividi...
 A DUE
 O per sempre ne unisci o qui m’uccidi.