Griselda, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA XVI
 
 GRISELDA
 
 GRISELDA
 Serva mi vuol la sorte
 a la stessa rivale e vuol ch’io l’ami.
 Gualtier m’è sì crudele e pur l’adoro.
785A vista de’ miei mali, entro la reggia
 la sofferenza sia
 tutto il conforto a la miseria mia.
 L’alma più non accusi
 o Gualtiero o Costanza. I pianti affreni;
790i sospiri rattenga;
 e pentita persin di quei che ha sparsi,
 senta l’aspro suo duol senza lagnarsi.
 
    Nel caro sposo almen
 io l’orme adorerò
795dei primi baci.
 
    E al mesto cor dirò:
 «Benché d’un’altra in sen,
 vedilo e taci».
 
 Fine dell’atto secondo