Griselda, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA VIII
 
 OTTONE con EVERARDO ed ELPINO
 
 ELPINO
 Fermati, Otton; ma so che fingi.
 OTTONE
                                                             Elpino,
 non giovano lusinghe,
 non minacce, non frodi.
 ELPINO
                                              A dura impresa
580ti veggo accinto.
 OTTONE
                                Ingrata donna, alfine
 giovi teco la forza e mia ti renda.
 La rapirò.
 ELPINO
                      Né temi
 l’ira del re?
 OTTONE
                        S’egli l’abborre e sprezza,
 lo servo e non l’offendo. Io mentre a l’opra
585raccolgo i miei, tu col real bambino
 riedi a la reggia e taci.
 ELPINO
 Certo sei di mia fé.
 (Ma Corro veloce ad avvisarne il re). (Parte)
 OTTONE
 
    La bella nemica
590che il cor m’involò,
 amor, rapirò.
 
    Tale ancora da l’ospite lido
 beltà men pudica
 frigio amante rapir già tentò.