Griselda, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA VII
 
 OTTONE con ferro alla mano e detti
 
 OTTONE
 Né tutta ancor sai la tua sorte, o donna.
 GRISELDA
 Non attendo da Ottone altro che mali.
520Che arrechi?
 OTTONE
                           In questo ferro
 di Everardo la morte.
 GRISELDA
 (Alma mia, se resisti,
 sei stupida al dolore e non sei forte).
 OTTONE
 Elpin.
 ELPINO
               Signor.
 OTTONE
                               Poiché col ferro aperta
525per più strade a quell’alma avrò l’uscita,
 tu ’l cadavere informe,
 in più parti diviso,
 tenero e poco cibo,
 gitta a le belve, ove più ’l bosco annotta.
 ELPINO
530Troppo rigor.
 OTTONE
                            La vita
 perderai, se contrasti.
 GRISELDA
 Pargoletto innocente, in che peccasti?
 OTTONE
 Or ti avvicina. (Ad Elpino)
 GRISELDA
                              Ah! Ottone. (Risospignendo Elpino che se le accosta)
 OTTONE
 Donna, che chiedi?
 GRISELDA
                                      È madre
535quella che pietà implora e umil ti priega.
 OTTONE
 A chi usò crudeltà, pietà si niega.
 GRISELDA
 
    Fui crudel per onestà;
 e la pietà vo’ per mercé.
 
 OTTONE
 
 Pietà voglio anch’io da te.
 
 GRISELDA
 
    Donna sono e ancor son madre;
 se la donna ti irritò,
 la di’, la madre in che peccò;
 e se è rea, la uccidi in me.
 
 OTTONE
 
 Pietà voglio anch’io da te.
 
 GRISELDA
540Qual pietà mi si chiede?
 OTTONE
 Quella che merta alfine amore e fede.
 GRISELDA
 Indegno!
 OTTONE
                    E che [illeggibile] chieggo! Ti chieggo
 premio che sia delitto?
 Col ripudio real libera torni
545dal marital tuo nodo.
 Io ten presento un altro,
 non men casto che e più fermo.
 Anche in rustico ammanto, anche fra’ boschi
 ti bramo in moglie e, se non porto in fronte
550l’aureo diadema, io conto
 più re per avi; e su più terre anch’io
 ho titolo, ho comando.
 GRISELDA
                                           Ottone, addio. (Mostra di partire)
 ELPINO
 E ’l tuo figlio? (Ottone afferra Everardo)
 GRISELDA
                              Ah! Che ancora il dolce nome
 mi richiama pietosa.
 OTTONE
555Griselda, o mora il figlio o sii mia sposa.
 GRISELDA
 Ah! Traditor, son questi
 d’alma ben nata i vanti?
 Dove, o crudo, apprendesti
 sì spietato consiglio?
560Sì barbara impietà? Rendimi il figlio.
 OTTONE
 Il figlio non si renda
 che cadavere esangue.
 GRISELDA
 Ah Ottone! Ah figlio! Ah sangue!
 OTTONE
 Gualtier vuol che si uccida.
 GRISELDA
 Padre inumano.
 OTTONE
                                 E la crudel sentenza
 Griselda anche conferma.
 GRISELDA
 Io?
 OTTONE
          Sì, col tuo rifiuto.
 GRISELDA
565Né v’è pietà?
 OTTONE
                           Solo a tal prezzo.
 GRISELDA
                                                           Il pianto?
 OTTONE
 Lo berranno le arene.
 GRISELDA
 I prieghi?
 OTTONE
                      Andranno al vento.
 GRISELDA
 II mio sangue?
 OTTONE
                               Quel voglio
 che scorre ne le vene al tuo Everardo.
 GRISELDA
570Gualtier?
 OTTONE
                     Questa è sua legge.
 GRISELDA
 Otton?
 OTTONE
                Ne fia ’l ministro.
 GRISELDA
 E col darti la fede?...
 OTTONE
 Puoi salvar madre e figlio,
 sposa placar l’amante
575e la man disarmar del ferro ignudo.
 GRISELDA
 Ubbidisci al tuo re. Svenalo, o crudo. (Griselda tace, pensa e poi risoluta risponde e parte)