Griselda, Venezia, Marciana, autografo

 SCENA XIV
 
 GRISELDA, [illeggibile] ELPINO con EVERARDO e poi OTTONE nascosto
 
 ELPINO
 Qual chiedesti, ecco il figlio.
 Tel concedo un momento.
 Temo usarti pietà con mio periglio. (Elpino si ritira. Ottone a parte lo afferra e li parla all’orecchio)
 GRISELDA
345Everardo, o soave
 frutto de l’amor mio,
 in te già di quest’alma
 bacio una parte, bacio
 l’immagine adorata
350del mio Gualtiero; e in un sol questo bacio sento
 rallentarsi il rigor del mio tormento.
 OTTONE
 Ciò che imposi eseguisci. (A parte ad Elpino)
 GRISELDA
 Labbro vezzoso e caro...
 ELPINO
                                             A me, Griselda, (Va a prenderle di mano il fanciullo)
 lascia...
 GRISELDA
                 Ancora un momento.
 ELPINO
355Non posso.
 GRISELDA
                       Ahimè! Di vita
 toglimi ancor. (Elpino guarda Ottone)
 OTTONE
                              Che più dimori? (Minacciandolo)
 ELPINO
                                                               Invano. (Togliendole di braccio Everardo)
 GRISELDA
 Chi è di cor sì spietato
 che nieghi a contenda a una madre il dolce amplesso?
 ELPINO
 Tel dica Ottone. (Mostrandole Ottone che si avanza)
 OTTONE
                                 Il tuo Gualtiero istesso.
 GRISELDA
360Da labbro più odioso
 giugner non mi potea nome più caro.
 OTTONE
 Io pietoso tel lascio.
 GRISELDA
 Ricuso il dono.
 OTTONE
                              Ingrata.
 GRISELDA
                                               Ecco veloce,
 per non soffrir tuoi sguardi,
365a la dura partenza il cor si appresta.
 (Mio Gualtier, ti ubbidisco).
 OTTONE
                                                      Odi; ti arresta.
 GRISELDA
 
    So che vuoi parlar d’amore;
 né al mio core
 sa piacer la tua favella.
 
370   Non dar luogo a rea speranza,
 così vuol la mia costanza
 e ’l tenor de la tua stella.