Griselda, Venezia, Niccolini, 1701

 SCENA XVI
 
 GUALTIERO, GRISELDA e COSTANZA
 
 GRISELDA
 Quai grazie posso?...
 GUALTIERO
                                        A la pietà le rendi
 non di me, di Costanza.
 Non mio dono o tuo merto,
 è suo solo favor la tua salvezza.
 GRISELDA
830Una vita infelice, (A Costanza)
 dacché ti è cara, anche Griselda apprezza.
 COSTANZA
 Compisci il don. Ritolta
 a le selve, Griselda
 mi accompagni a la reggia.
 GUALTIERO
                                                   E venga ancella,
835ove visse regina, ove fu moglie.
 GRISELDA
 Verrò ministra e serva.
 GUALTIERO
 Qual fu si scordi.
 GRISELDA
                                  Il grado
 scorderò (non l’amore).
 GUALTIERO
 Colà tutte le leggi
840d’un più vil ministero adempi e serba;
 e non dolente, avvezza
 a l’uffizio servil l’alma superba.
 COSTANZA
 
    Mi sarai sempre diletta;
 nel tuo volto ognor godrò.
 
845   Avrai parte nel mio core.
 Al consorte il primo amore,
 a te l’altro serberò.