Lucio Vero, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XV
 
 LUCIO VERO e li suddetti
 
 LUCIO VERO
                                    E morirà. Va’ tosto,
 Aniceto, eseguisci.
 BERENICE
                                     Oimè! Qual gelo
 m’occupa il cor? Fermati. Ascolta.
 LUCIO VERO
                                                               Parla.
 BERENICE
 Cesare, sì vicino
835il colpo non temea. Poiché arrestarlo
 può sol la destra mia, lascia, ten prego,
 ch’io parli a Vologeso anche un momento.
 LUCIO VERO
 Ma se il dono concedo,
 che sperar posso?
 BERENICE
                                   E che temer?
 LUCIO VERO
                                                              Vi assento.
840Tu la guida, Aniceto. E tu, regina,
 non ti abusar del dono
 né ti dia confidenza un cor che cede.
 BERENICE
 Farò ne’ dubbi mali
 ciò che l’amor, ciò che il dover richiede.
 
845   Sugli occhi del mio sposo
 forse risolverò.
 
    Questo mio cor dubbioso
 non sa mirarlo estinto
 e abbandonar nol può.