Lucio Vero, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XV
 
 LUCIO VERO, LUCILLA, BERENICE, CLAUDIO e seguito
 
 LUCIO VERO
335Fan fede anche i diletti
 del romano poter. Questa è l’arena,
 dove già condannato
 a fronte di lioni, a petto d’orsi
 lotta il reo colla morte; e de’ suoi falli
340o lacerato a brani
 soffre il gastigo o vincitor ne ha gloria;
 e nell’infame pena
 suo fregio e sua salute è una vittoria.
 BERENICE
 E qual cor non avrete
345duro e crudel, genti romane, in petto,
 se vi avvezza alle stragi anche il diletto?
 LUCIO VERO
 Chi di te l’ha più crudo?
 LUCILLA
                                               A’ giochi, augusto,
 l’oricalco già invita.
 LUCIO VERO
                                      Andiamo, o belle;
 e la fatale arena
350resti libero campo all’altrui pena. (Tutti al suon della tromba entrano per la gran porta, che poi si chiude, e vanno a prendere il loro posto nell’alto. S’apre poscia una porta minore al lato della scena e n’esce Vologeso in abito di gladiatore)