Lucio Vero, Venezia, Niccolini, 1700

 SCENA VIII
 
 LUCIO VERO e BERENICE
 
 BERENICE
1140Che farò? Proteggete, (Lucio Vero passeggia senza guardarla)
 giusti dei, l’innocenza! O dio! (Partito
 è ’l ministro crudel). Cesare, augusto,
 m’odi.
 LUCIO VERO
                Inutili prieghi.
 BERENICE
 Se di stragi se’ vago,
1145da me principia.
 LUCIO VERO
                                  Or non è ’l tempo.
 BERENICE
                                                                     Io quella
 son che ti sprezzo, a’ doni tuoi superba,
 a’ tuoi voti spietata;
 io quella son che più t’offendo.
 LUCIO VERO
                                                          Ingrata. (Le dà un’occhiata)
 BERENICE
 Qual colpa ha Vologeso
1150de la mia crudeltà? Perché punirlo
 d’un delitto non suo? Sospendi ancora
 la sentenza fatal.
 LUCIO VERO
                                 Voglio che mora. (Vuol partire. Berenice l’arresta e s’inginocchia)
 BERENICE
 Eccoti, augusto, a’ piedi
 l’altera Berenice. A te prostrata,
1155più che accenti dal labbro, (Lucio Vero la mira attento)
 sparge pianti dal ciglio. Ella ti chiede
 ancor l’ultima volta il dolce sposo.
 Le tue porpore auguste
 non macchiar col suo sangue; e se a’ miei prieghi,
1160se a l’afflitta innocenza
 darlo ricusi, a la tua fama il dona.
 T’acquisteria sol di tiranno il nome
 l’estinto Vologeso.
 Hai punito il mio orgoglio.
1165Ecco imploro pietà.
 LUCIO VERO
                                      M’hai troppo offeso.
 BERENICE
 E in me t’offro la vittima. Qual frutto
 da l’altrui morte avresti?
 Non t’amava innocente
 e iniquo t’amerei? Cesare, o dio!
1170Che più badi? Che fai? Salva il mio sposo;
 salva il tuo onor. Ten priego
 per le lagrime mie, per quest’invitta
 man che ti bagno e per gli dei custodi...
 LUCIO VERO
 Non più.
 BERENICE
                    Ma già nel volto (Sorge)
1175veggio un fausto sereno. I giusti prieghi
 t’han vinto e l’innocenza. Imponi ommai...
 Ah per mio mal forse tacesti assai.
 
    Rendimi il mio diletto;
 tornami a consolar.
 
1180   O se lo brami estinto
 svenalo in questo petto;
 vivo qui nol lasciar.
 
 LUCIO VERO
 Sì... Qual rumor?...