Faramondo, Venezia, Pasquali, 1744
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Copia
SCENA IV
GERNANDO, TEOBALDO, e CHILDERICO
TEOBALDO
Gran re, dal tuo pensier non ti rimova
l’ira di Rosimonda.
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Segui a compirlo e sarà tua.
GERNANDO
Teobaldo,
Rosimonda mi sdegni;
me la neghi Gustavo; il mondo, il cielo
mi abborrisca nel colpo; io non mi pento.
Mora pur Faramondo e son contento.
CHILDERICO
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(Empio!)
TEOBALDO
Mi avrai nell’opra
non inutil compagno.
GERNANDO
E tal ti abbraccio.
CHILDERICO
(Tant’odio anche nel padre!)
GERNANDO
Serba, o ciel, la vendetta al nostro braccio.
Riposo e calma
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si cerchi al cor
pria nello sdegno,
poi nell’amor.
Talvolta amando
la gode un’alma;
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ma invan la chiede
nel suo furor.