Semiramide in Ascalona, Venezia, Pasquali, 1744
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Copia
SCENA V
ARBACE
ARBACE
Di due creduli amanti un fia schernito;
e vicin n’è il momento.
Se dopo un sì crudele esperimento
mi tradisci, o Belesa,
805
dirò che mai beltà non fu più iniqua
e che amor non fu mai peggio tradito.
Se a me tocca esser lo scherzo
d’una perfida beltà,
fede e amor, per sempre addio.
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Vago ciglio e labbro accorto
lusingar ben mi potrà;
ma di cor non mi uscirà
il primiero inganno mio.
Il fine dell’atto terzo