Faramondo, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XIV
 
 FARAMONDO con seguito e i suddetti
 
 FARAMONDO
 Sino ad ora, Gernando,
 tu mi credesti o prigioniero o estinto.
365Altrimente il destino
 di noi dispose. Illeso
 trassi il piè dall’insidie. Han vinto i miei;
 Rosimonda, la reggia,
 tutto è in mia mano e prigionier tu sei.
 ROSIMONDA
370(Che potrà far?)
 GERNANDO
                                 Fuggan gli Svevi; ancora
 resta a vincer Gernando.
 FARAMONDO
 Solo, a che impugni inutilmente il brando?
 Ma vedi, assai diverso
 è il mio core dal tuo.
375Tu mi volesti esangue, ed io ti salvo.
 Vanne, libero sei! Per te non cesso
 di esser qual fui. Tu m’odia; io son lo stesso.
 ROSIMONDA
 Generoso nimico!
 GERNANDO
 Addio, core infedele. Accetto il dono
380sol per farti pentir del tuo perdono.
 
    Verrò, crudel, verrò;
 di quel cor punirò
 l’infedeltà.
 
    E allor farò, sleal,
385che il gran dolor tu senta
 di aver data a un rival
 la libertà.