Faramondo, Venezia, Nicolini, 1699

 SCENA XXI
 
 FARAMONDO con guardie
 
 FARAMONDO
550Da l’esempio del tuo l’amor che ho ’n seno
 ad esser forte impara.
 Ite, o guerrieri. Altrove
 mi chiama il fato. Entro a le tende in breve
 ne attendete il ritorno.
555Pace si renda e libertade a’ Cimbri.
 Solo io parto, ad ognuno
 vieto il seguirmi. E se nemica stella
 mi vorrà morto, a l’amor vostro i’ chiedo,
 che a l’autor si perdoni e a l’alma esangue
560diate omaggio di pianto e non di sangue. (Partono le guardie)
 
    Piacer, che l’affanno
 mi tempri nel sen,
 sei speme od inganno?
 Sei raggio o balen?
 
565   Va’ pur; non t’ascolto
 bugiardo o fedel.
 Se speri, se’ stolto,
 se inganni, crudel.
 
 Ballo di schiavi cimbri che con catene alla mano festeggiano alla lor libertà.
 
 Fine dell’atto primo