Faramondo, Venezia, Nicolini, 1699

 SCENA XX
 
 FARAMONDO e ADOLFO
 
 ADOLFO
 Barbara legge!
 FARAMONDO
                              Il mio crudel destino
 tutto in me non si stanca.
 Si sparge anco ne’ miei. Tu del suo sdegno
 non farti reo. Lascia d’amarmi; è giusto
530l’odio che chiedo. Io l’uccisor di Sveno,
 il distruttor de le tue terre io sono.
 Dammi, Adolfo, la morte,
 o nemico in vendetta o amico in dono.
 ADOLFO
 Signor, da la tua vita
535pende la mia. Clotilde
 ne ha in ostaggio il mio cor.
 FARAMONDO
                                                     Misera! O quanto
 le toglie ne’ suoi ceppi iniqua sorte,
 se te le toglie. Io per lei temo il cieco
 impeto di Gustavo.
 ADOLFO
540Io più ’l suo amor. Ma le sarò di scudo.
 Tornerò, Faramondo.
 FARAMONDO
 E ’l divieto?
 ADOLFO
                         Nol temo.
 FARAMONDO
                                             Il re?
 ADOLFO
                                                          M’è padre.
 FARAMONDO
 Ira è crudel.
 ADOLFO
                          Natura
 può disarmarla.
 FARAMONDO
                                Il rischio...
 ADOLFO
545A Clotilde si torni e amor nol cura.
 
    Mor la vita senza il core;
 more il cor senza il suo bene.
 
    Ho la vita ove ho l’amore;
 senza amor non ho che pene.