Faramondo, Venezia, Nicolini, 1699

 SCENA XIX
 
 FARAMONDO, poi GUSTAVO e ADOLFO
 
 FARAMONDO
 Fra quest’ombre selvagge
 sol mi lasciate alquanto. I foschi orrori
485par che facciano invito a’ miei dolori. (Lasciati in lontano i suoi soldati, egli va a sedere a’ piedi d’un albero)
 
    Augelletti, che volate
 di fronda in fronda,
 chi è di voi che mi risponda?
 
    Ah ’l piacer voi mi negate
490del vostro canto,
 perché ’l mio non è che pianto!
 Pianto è sol che ’l cor m’inonda. (Esce Gustavo dal bosco e con ferro ignudo si avventa improviso alla vita di Faramondo. Adolfo lo rattiene ponendosi innanzi di lui. Ed intanto accorrono alla difesa di Faramondo i di lui soldati ch’erano in lontano)
 GUSTAVO
 Questo acciaro.
 ADOLFO
                               Ti arresta.
 GUSTAVO
 Chi me rattiene?
 FARAMONDO
                                  E chi me insulta?
 ADOLFO
                                                                    Il ferro
495brami immergerli in sen? La strada è questa.
 GUSTAVO
 Tu Adolfo?
 ADOLFO
                       In lui difendo
 la tua gloria, signor. Un tradimento
 vendicarti non dee del suo valore.
 FARAMONDO
 Amico Adolfo.
 GUSTAVO
                             Figlio traditore.
500Aimè! Già d’ogn’intorno
 lo circondano i suoi. Fatto è periglio
 ciò che sperai trionfo. Iniquo figlio! (Adolfo gettandosi allato del padre)
 ADOLFO
 Faramondo, abbastanza
 scudo ti fui. Più non se’ solo. Or l’armi
505volgo in altr’uso; e se feroce insulti
 il regal padre, io lo difendo.
 FARAMONDO
                                                     Adolfo,
 né ingrato a te né a lui nemico io sono.
 Il fui purtroppo. A te, Gustavo, ho tolta
 una corona e a te la rendo. Feci
510Rosimonda cattiva; ella è già sciolta.
 GUSTAVO
 Tu mi rendi, crudel, ciò che ben tosto
 tormi i’ potea. Se ’l fai costretto, è ’l dono
 necessità, se volontario, è tema.
 De’ mali miei col sangue
515risarcir tu mi devi. Eterna guerra
 ti giura l’odio mio.
 Struggerò il nome franco,
 desolerò i tuoi regni,
 vedrò tronco il tuo capo; e Rosimonda
520ne sarà il prezzo. E tu, infedel, più padre
 non mi sperar. Dagli occhi miei per sempre
 ti allontani il tuo fallo.
 Temi il divieto; e se dal duro esiglio
 vuoi far ritorno a un padre,
525con quel capo a lui torna; e sarai figlio.