Odoardo, Venezia, Albrizzi, 1698

 SCENA XIV
 
 RICCARDO e li suddetti
 
 RICCARDO
330È vicino il nemico.
 Signor, che più t’arresti?
 EDUINO
 Metilde, addio. Ciò che t’imposi affretta.
 METILDE
 Altro premio e maggior non avrà l’opra
 che il piacer d’esequirla.
 EDUINO
335Tu rimanti, o Riccardo, e sia tua cura
 ubbidir di Metilde
 pronto a le leggi e custodir le mura.
 
    Con l’esempio de’ tuoi begli occhi
 vado a vincer, non a pugnar.
 
340   Dopo il fregio de la vittoria
 tua maggior gloria
 sarà l’udirmi
 per te a penar.