Odoardo, Venezia, Albrizzi, 1698

 SCENA X
 
 METILDE
 
 METILDE
 
    Ove sono?
205Dove m’ascondo?
 Qual furia m’agita?
 Qual sol rimiro?
 
    Tornate, o tenebre, dal cupo fondo
 ed involatemi al mio rossor.
 
210   Che doglia, che orror
 mi divora, mi sorprende?
 O dio! Chi mi rende
 quel ben che sospiro?
 
 Ma di che mi querelo? Alfin l’iniquo
215un sol bacio rapì. Pronta lusinga
 a maggior mal mi tolse Ecco il tiranno.
 Fulminatelo, o sguardi. Ah! Se t’accingi,
 Metilde, a vendicarti,
 fa’ forza al cuor, simula l’odio e fingi.