Gl’inganni felici, Venezia, Nicolini, 1696

 SCENA IX
 
 CLISTENE, BRENNO e ORONTA
 
 CLISTENE
1120Cieli, pietà vi muova
 il mio crudel dolor...
 ORONTA
 Clistene, al ciel che spargi
 inutili querele? Il pianto fia
 d’una femina vil, non d’un re forte,
1125ne’ casi estremi antidoto ozioso.
 CLISTENE
 Chi sei?
 ORONTA
                   Su, tosto al lito
 manda armate falangi e fa’ che tosto
 fiedano il seno a Teti
 contro il trace rattore i grechi abeti.
 BRENNO
1130Ecco un novello imbroglio.
 CLISTENE
 Come! Il trace rattor?
 ORONTA
                                          Sì che dal trace
 vengono i tradimenti. In quel Sifalce
 sta ascosto il figlio al re de’ Traci, Orgonte.
 CLISTENE
 Ed io, misero, al trace
1135me stesso confidai.
 BRENNO
                                      Sempre il dicea
 che quel ceffo di spia non mi piacea.
 CLISTENE
 Come il sai?
 ORONTA
                          Pochi indugi
 fan certa la tua perdita. Che badi?
 CLISTENE
 Ite in Elide e voli
1140tosto al lido ogni armato; escan dal porto
 i corredati legni.
 Se la figlia è perduta, anch’io son morto.
 
    Parche, troncate
 il mio vivere per pietà.
 
1145   Se mi serbate
 per tante pene,
 per me la vita
 non è più bene
 ma crudeltà.